IN SINTESI – Per calcolare gli interessi esatti offerti da un conto deposito occorre considerare il tasso di interesse al netto delle tasse. Il rendimento si calcola moltiplicando la cifra depositata per l’interesse netto, il tutto diviso 100. Dal risultato ottenuto non bisogna dimenticare di sottrarre eventuali spese.
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Calcolare l’interesse netto
Il calcolo degli interessi generati da un conto deposito può essere tranquillamente svolto da ognuno di noi con semplici accorgimenti. Per partire dobbiamo, però, fare innanzitutto una prima precisazione rispetto agli interessi del conto deposito.
Molto spesso le banche tendono a pubblicizzare un tasso di interesse che corrisponde alla cifra lorda. Tale tasso non è perfettamente indicativo della redditività del conto. Quello che invece dobbiamo considerare nel calcolo sul conto deposito è il tasso di interesse attivo “netto”, ovvero quello già ripulito delle tasse e di eventuali altre spese a cui è soggetto il nostro investimento.
In termini matematici l’applicazione del tasso e quindi il calcolo del rendimento è un’operazione molto semplice. Vediamola in dettaglio con un esempio, supponendo di voler calcolare il rendimento finale di un conto con un deposito annuo di 5 mila euro ed un tasso di interesse attivo netto al 3%.
Il rendimento finale del conto si calcola moltiplicando 5000 per 3 e dividendo per 100. Nell’esempio in questione otterremo quindi alla fine che il rendimento totale generato dal conto deposito sarà stato di 150 euro in un anno.
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Calcolo degli interessi di un deposito vincolato e svincolato
Quello visto è un esempio di calcolo molto semplice. Tuttavia vale la pena rimarcare che in alcune situazioni il calcolo degli interessi del conto deposito non è così banale, e non perché si complichino le formule matematiche richieste per la sua definizione. Il problema può piuttosto essere il variare del tasso di interesse netto applicato al variare di altre situazioni.
Cerchiamo di chiarire meglio il quadro entro cui certe situazioni possono presentarsi. Il quadro è quello di un conto deposito vincolato. Di cosa si tratta? Si tratta di un deposito per il quale la banca assicura un tasso di interesse attivo “maggiorato” a condizione che il cliente non tocchi le cifre depositate per un certo periodo di tempo.
Ebbene se il vincolo viene rispettato per tutta la sua durata, ovvero se il titolare non ritira il deposito, il tasso di interesse da applicare sarà quello maggiore possibile previsto in sede di contratto. Se al contrario il titolare, per esigenze sue personali, dovesse ritirare il denaro prima della scadenza del vincolo allora la banca potrà applicare alle cifre depositate un tasso di interesse netto minore rispetto a quello massimo. Per questo prima di aderire a forme di conto deposito di ogni tipo è bene verificare le condizioni secondo cui gli interessi attivi vengono erogati.
Cosa valutare oltre al rendimento?
Non è tutto. Oltre a cercare l’offerta con il miglior tasso, oltre a verificare se l’offerta prevede particolari vincoli sulle cifre depositate, esistono altre caratteristiche importanti da analizzare all’atto dell’apertura di un nuovo conto deposito? Assolutamente sì.
Ce ne sono altre due che è importante considerare. La prima è rappresentata dal fattore spese: esistono delle spese di gestione collegate al conto? O le uniche decurtazioni che dobbiamo aspettarci sono quelle legate alle tasse già considerate nel passaggio da tasso di interesse attivo lordo a netto?
Una seconda caratteristica di valutazione che dovremmo considerare è quella che riguarda la modalità di erogazione degli interessi. Quando vengono erogati? Bisogna infatti vedere se gli interessi attivi netti ovvero il rendimento finale del conto deposito, ci vengono erogati alla fine del periodo di capitalizzazione (solitamente 12 mesi) oppure secondo altre formule.
Le alternative più comuni sono quelle che prevedono una erogazione degli interessi o su base trimestrale o addirittura anticipata (tipica dei conti vincolati).